Napoli, la rivoluzione è cominciata. Con la scelta di Fabrizio Manna, che lascia l’incarico di braccio destro di Cristiano Giuntoli alla Juventus per sposare una nuova stimolante avventura della sua carriera, inizia a prendere forma il nuovo volto di una società chiamata advert azzerare una stagione, quella in corso, in cui ogni decisione successiva agli addii di Luciano Spalletti e dell’ex direttore sportivo è andata nella direzione sbagliata. Aurelio De Laurentiis si affida advert uno dei principali artefici del progetto della seconda squadra della Juventus, advert un professionista giovane ed ambizioso ed è pronto a fare lo stesso per la guida tecnica che, dopo una scelta sbagliata dietro l’altra, ha buonissime possibilità di ripartire da Vincenzo Italiano.
IL PROFILO GIUSTO – L’attuale tecnico della Fiorentina ritiene concluso il suo percorso in viola (ma proverà ugualmente il doppio assalto a Coppa Italia e Convention League dopo le delusioni dell’anno scorso) e per questo motivo ha chiesto alla società di non esercitare l’opzione per prolungare il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Il suo desiderio è di alzare l’asticella degli obiettivi e a Napoli – pure in una squadra che rischia seriamente di non partecipare a nessuna competizione europea stante l’attuale classifica – ritiene che ci sia tutto per costruire un nuovo ciclo, con giocatori diversi ma funzionali al suo modo di vedere calcio. De Laurentiis rimanderà di un anno una rifondazione che la conquista dello scudetto con Spalletti ha procrastinato nel tempo, una scelta che, a conti fatti, non ha pagato affatto. E con un anno di ritardo si virerà su un profilo sondato con forza nell’property 2022 prima della strana scelta caduta su Rudi Garcia. Un profilo che nelle sue esperienze di Trapani, La Spezia e poi Firenze si è contraddistinto per un gioco propositivo e a tratti spettacolare. Tanto da suscitare, secondo quanto riferisce Repubblica, l’ammirazione di Luciano Spalletti, che avrebbe suggerito il suo nome al suo ex membership al momento dei saluti.
I DUE NOMI DI AURELIO – Questo non toglie che De Laurentiis sarebbe disposto a fare marcia indietro rispetto alla decisione su Italiano soltanto per un nome, altisonante, impegnativo, ma capace di scatenare nuovamente l’entusiasmo nella città di Napoli. Parliamo ovviamente di Antonio Conte, per il quale il presidente si è speso personalmente in più occasioni, manifestando pure la sua disponibilità a venire incontro il più possibile alle richieste dell’allenatore salentino. Che advert oggi, tuttavia, non avrebbe mostrato ancora quei segnali di apertura tali da mantenere una pole place di massima. Ecco perché Vincenzo Italiano, più abbordabile a livello di ingaggio e di profili di calciatori sui quali investire – oltre advert una propensione diversa a lavorare su un progetto di crescita graduale su base pluriennale – si è insidiato con sempre maggiore convinzione nella testa del patron del Napoli, che ha provato in ogni modo a correggere una situazione compromessa con gli arrivi in panchina prima di Walter Mazzarri e poi di Francesco Calzona. Senza tuttavia riuscire advert imprimere la svolta tanto desiderata.
IL DESTINO DI MELUSO – In attesa dunque del finale di stagione e del tempo degli annunci ufficiali, la prima mossa è quella di ripartire da un nuovo responsabile dell’space tecnica, chiamato advert incidere in maniera molto diversa di quanto non abbia fatto o non abbia potuto fare Mauro Meluso. La pesante eredità di Cristiano Giuntoli e la voglia di De Laurentiis di avocare a sé tutte le decisioni più importanti ha finito per partorire un matrimonio all’insegna del reciproco rispetto ma che sostanzialmente non ha funzionato. E che, secondo quanto ricostruisce Sky Sport, condurrà il Napoli a non esercitare la clausola per prolungare di un’altra stagione il contratto che scade a positive giugno.
IL PROFILO GIUSTO – L’attuale tecnico della Fiorentina ritiene concluso il suo percorso in viola (ma proverà ugualmente il doppio assalto a Coppa Italia e Convention League dopo le delusioni dell’anno scorso) e per questo motivo ha chiesto alla società di non esercitare l’opzione per prolungare il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Il suo desiderio è di alzare l’asticella degli obiettivi e a Napoli – pure in una squadra che rischia seriamente di non partecipare a nessuna competizione europea stante l’attuale classifica – ritiene che ci sia tutto per costruire un nuovo ciclo, con giocatori diversi ma funzionali al suo modo di vedere calcio. De Laurentiis rimanderà di un anno una rifondazione che la conquista dello scudetto con Spalletti ha procrastinato nel tempo, una scelta che, a conti fatti, non ha pagato affatto. E con un anno di ritardo si virerà su un profilo sondato con forza nell’property 2022 prima della strana scelta caduta su Rudi Garcia. Un profilo che nelle sue esperienze di Trapani, La Spezia e poi Firenze si è contraddistinto per un gioco propositivo e a tratti spettacolare. Tanto da suscitare, secondo quanto riferisce Repubblica, l’ammirazione di Luciano Spalletti, che avrebbe suggerito il suo nome al suo ex membership al momento dei saluti.
I DUE NOMI DI AURELIO – Questo non toglie che De Laurentiis sarebbe disposto a fare marcia indietro rispetto alla decisione su Italiano soltanto per un nome, altisonante, impegnativo, ma capace di scatenare nuovamente l’entusiasmo nella città di Napoli. Parliamo ovviamente di Antonio Conte, per il quale il presidente si è speso personalmente in più occasioni, manifestando pure la sua disponibilità a venire incontro il più possibile alle richieste dell’allenatore salentino. Che advert oggi, tuttavia, non avrebbe mostrato ancora quei segnali di apertura tali da mantenere una pole place di massima. Ecco perché Vincenzo Italiano, più abbordabile a livello di ingaggio e di profili di calciatori sui quali investire – oltre advert una propensione diversa a lavorare su un progetto di crescita graduale su base pluriennale – si è insidiato con sempre maggiore convinzione nella testa del patron del Napoli, che ha provato in ogni modo a correggere una situazione compromessa con gli arrivi in panchina prima di Walter Mazzarri e poi di Francesco Calzona. Senza tuttavia riuscire advert imprimere la svolta tanto desiderata.
IL DESTINO DI MELUSO – In attesa dunque del finale di stagione e del tempo degli annunci ufficiali, la prima mossa è quella di ripartire da un nuovo responsabile dell’space tecnica, chiamato advert incidere in maniera molto diversa di quanto non abbia fatto o non abbia potuto fare Mauro Meluso. La pesante eredità di Cristiano Giuntoli e la voglia di De Laurentiis di avocare a sé tutte le decisioni più importanti ha finito per partorire un matrimonio all’insegna del reciproco rispetto ma che sostanzialmente non ha funzionato. E che, secondo quanto ricostruisce Sky Sport, condurrà il Napoli a non esercitare la clausola per prolungare di un’altra stagione il contratto che scade a positive giugno.