Poco più di un anno fa, Milano aveva vinto tutto. Lo scudetto con il Milan, la Coppa Italia e la Supercoppa con l’Inter. Grati a Pioli e a Simone Inzaghi, i rispettivi membership avevano rinnovato il contratto dei loro allenatori prolungandoli fino al 2025 (Pioli) e al 2024 (Inzaghi). Oggi, a meno di tre mesi dalla tremendous della stagione, tutto è cambiato a tal punto da metterli in discussione entrambi.
Tuttavia, al momento, Pioli rischia di più e per due ragioni: l’obiettivo minimo della stagione (la qualificazione in Champions) non è per niente sicuro e il gioco della squadra è regredito fino a risultare stucchevole.
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Avevamo avuto tutti troppo fretta a giudicare guarito il Milan dopo il pessimo mese di febbraio. In realtà il 3-4-2-1 period un palliativo che ha mimetizzato qualche problema senza risolverlo. Oggi il Milan, oltre che perdente, è spento, senza un barlume di logica e con prospettive nebulose. Quando si cambia sistema di gioco, e si crede di aver trovato la soluzione, significa proprio che la situazione è, oltre che grave, ingannevole. Pioli, questo è quel che preocupa di più, ha provato a stimolare il gruppo, ma le risposte non sono arrivate. E adesso è probabile che l’allenatore faccia precipitoso ritorno alla difesa a quattro.
Ma se il Milan non trova coesione, compattezza e orgoglio fallirà su tutta la linea. E Pioli, assai probabilmente, resterà senza squadra.