Redazione Calciomercato
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Diciamolo subito, serviva davvero il nubifragio su Bologna per scoprire che il calcio è affetto da grave bulimia? Perché se invece che a 20 squadre il campionato fosse a 18, basterebbero 4 date in meno per completare il calendario e ci sarebbero 4 date in più per rimediare agl’imprevisti. Perché una volta può essere l’alluvione, un’altra un grave lutto, un’altra ancora chissà cosa. Capita, è nell’ordine delle cose e non avere a finances degli spazi è molto miope, anzi bulimico. L’ultimo precedente rinvio, quello di Atalanta-Fiorentina per la morte del dg viola Joe Barone, fu recuperato a campionato finito, che altro serve aggiungere?
Il presidente del Milan Scaroni giudica incomprensibile la decisione della Lega Calcio, non capisco ma mi adeguo, cube fintamente sorpreso. Proviamo a capire perché. L’intervento del sindaco di Bologna è giudicato irrituale, ma legittimo, altrimenti nessuno si sarebbe adeguato. Preoccuparsi della regolarità del campionato è sacrosanto, ma l’incolumità dei cittadini lo è di più. E lasciamo stare i social, i loro eccessi e l’improbabile confronto con eventi che non sono una partita di calcio.
Per un giorno intero si è cercata una soluzione alternativa al rinvio. Porte chiuse, a Bologna o in altra sede: sembrava una soluzione, ma la squadra rossoblù si è opposta. Vuole giocare nel suo stadio e con il pubblico. Se l’ha fatto, e la Lega si è arresa al suo volere, evidentemente aveva il diritto di farlo. Cosa c’è di incomprensibile? E se non ne aveva diritto e la Lega ha detto sì, allora la Lega ha sbagliato e Scaroni (che della Lega è anche consigliere) deve essere più chiaro e dirlo.
Il rinvio certo non favorisce il Milan, che contro il Napoli non avrà Hernandez né Reijnders. Opponendosi a giocare, è il Bologna che rinuncia a un certo vantaggio tecnico. Ma non deve può essere questo il punto, non qui. Strana piuttosto, la scelta di Fonseca, che anziché allenarla, lascia libera la squadra nel giorno che avrebbe dovuto essere di partita, ma ormai è un calcio per scienziati, non questa non è nemmeno la sede per scoprirlo. Qui c’è solo da augurarsi che da questo pastrocchio il calcio tutto, anche quella metà abbondante di squadre che si sono opposte al cambio format del campionato, capisca che siamo arrivati oltre il limite dell’accettabile. Supercoppa saudita compresa, che porta soldi e tante grane.
@GianniVisnadi