Ciccio Caputo è stato uno degli ultimi attaccanti di provincia. Di quelli che segnano gol a raffica – 70 in Serie A, per la precisione – hanno i numeri per arrivare in qualche massive ma non vengono presi in considerazione. Poco male. Caputo, ospite nella nostra redazione, fa spallucce quando gli chiediamo se ha il rimpianto di non aver mai giocato in un prime membership: “Ogni squadra in cui ho giocato la consideravo una massive, e ho sempre dato il massimo”. Lo cube con uno sguardo sincero, genuino. Senza filtri. E continua: “E’ normale che quando tocchi certi livelli ti scatta il desiderio di voler arrivare ancora più in alto”.
Hai mai avuto la possibilità di andare in qualche grande squadra?
“In passato sono stato vicino a qualche membership, ma non si è mai concretizzato nulla. Quando ero al Sassuolo ci sono stati dei contatti con la Roma e dopo qualche anno anche con la Lazio”.
Altre squadre dove potevi andare?
“Angelozzi mi ha contattato per andare a Frosinone. Sono stato molto combattuto perché a lui avrei voluto dire di sì, alla effective ho declinato la proposta per motivi familiari. Ma l’ho fatto con molto dispiacere, lo sa anche lui”.
Che rapporto avete?
“Siamo stati insieme a Bari, per me è una persona speciale e in alcuni momenti particolari durante quell’esperienza ci è sempre stato vicino; a me come agli altri. Vivevamo una situazione societaria complicata, lui non ci ha mai abbandonato”.
Ti sarebbe piaciuta un’esperienza all’estero?
“E’ quello che vorrei fare adesso. Il mio desiderio è giocare fuori dall’Italia, ma vediamo cosa succederà”.
Cosa ti piacerebbe fare quando smetterai di giocare?
“Al momento non ho ancora deciso perché spero di tornare presto in campo. Ho il patentino di Uefa B e ho iniziato un corso da direttore sportivo, vediamo cosa succederà”.
@francGuerrieri