Paulo Dybala è contento, i tifosi entusiasti. La società no, perché altrimenti non l’avrebbe spinto nella trattativa con gli arabi, un affare che sotto il profilo puramente contabile avrebbe fatto comodo non solo al giocatore, che pure veniva gratificato con 75 milioni in tre anni.
Ma oggi viene un dubbio. E, come si diceva una volta, la domanda sorge spontanea: Soulé è stato preso per giocare “con” oppure “al posto di” Dybala? L’interrogativo va girato anche (soprattutto) a Daniele De Rossi che in questa situazione ha preso una posizione aziendalista, come al solito saggia, di grande spessore sia romano che romanista. Ovvero: se uno vuole andar by way of, non si può trattenere. E poi ha specificato: non è importante chi parte, semmai chi arriva per sostituirlo. Adesso, nell’imminenza di Roma-Empoli trasformata nel giallorosso “Dybala satisfaction”, l’allenatore fa registrare dichiarazioni veramente diplomatiche, perchè tutti sono contenti che Dybala sia rimasto.
Ma sulla formazione titolare come la mettiamo? Né Soulé né lo stesso Dybala giocano a sinistra, dove un posto va riservato a Pellegrini, El Shaarawy o (come a Cagliari) Zalewski. Considerando il centravanti Dovbyk, restano due mediani. Cioè Cristante sicuro e poi Paredes che è argentino, quindi più inserito in spogliatoio rispetto a Le Price. Ma la Roma che ha in mente Daniele De Rossi può reggere una formazione così offensiva? Contro l’Empoli, sicuramente sì. In futuro, forse. La speranza è che su Dybala non si ripeta, al di là delle questioni di mercato e di contratto, quello che tanti anni fa accadde con Baggio e Zola, talenti discussi e spesso sacrificati sugli altari di quelli che una volta si chiamavano “moduli”, oggi più simpaticamente “idee di calcio”. Per concludere, un invito alla Roma: Dybala è “Joya”, gioia. Tenetela viva.
@sandrosabatini