In Olanda un errore dello speaker del Roda ha fatto fare invasione a più di 15mila tifosi di casa. Tutti a festeggiare la promozione, ma non avevano fatto i conti con il gol di Thom van Bergen al 95′ di Telstar-Groningen. Lo speaker del Roda si period perso quella rete all’ultimo minuto che aveva lasciato tutto aperto il discorso promozione in Eredivisie; non solo, la settimana successiva period in programma lo scontro diretto Groningen-Roda: 2-0 per i padroni di casa. E stavolta sì, è davvero promozione. Ma per l’altra squadra. Danno e beffa per il Roda. Un episodio che il centrocampista italiano del Groningen Luciano Valente (classe 2003, doppio passaporto italiano e olandese; ph Instagram) ha commentato così nella nostra intervista: “Quella sera ero a casa perchè infortunato, ho seguito la diretta in television. Vederli festeggiare, invadere il campo e portare i loro giocatori in trionfo mi ha fatto ridere, ma anche dato la giusta carica per poterli battere la settimana successiva”.
La settimana dopo avete vinto lo scontro diretto e siete saliti voi in Eredivisie: come avevate preparato quella partita?
“Fortunatamente sono riuscito ha recuperare dall’infortunio e advert allenarmi con la squadra. I tifosi ci hanno sostenuto fino all’ultimo allenamento e con un corteo prima della gara contro il Roda. Noi abbiamo preparato la partita come facciamo sempre, consapevoli della posta in palio”.
Cosa avete in più rispetto alle avversarie?
“A livello qualitativo, sia individuale che collettivo, siamo superiori. Questa qualità viene abbinata all’energia che mettiamo dentro dal primo all’ultimo minuto, sia in fase difensiva che in quella di possesso”.
In cosa sei cambiato rispetto alla stagione scorsa finita con la retrocessione della squadra?
“L’anno scorso è stato complicato. Al primo anno da professionistaho giocato in grandi stadi, sentito critiche, pressioni esterne ed infine la retrocessione. Quest’anno sono maturato molto, facendo le giuste scelte in campo ma soprattutto fuori. Riposo ed alimentazione sono la base per poter crescere fisicamente, ed è quello che sto facendo”.
Che rapporto hai con l’Italia?
“Mio padre è di Roma, a casa siamo cresciuti anche con le usanze italiane. Il mangiare, parlare gesticolando, il valore importante della famiglia… E anche le vacanze in Italia”.
Che differenze ci sono tra il calcio italiano e olandese?
“La mentalità. In Italia il successo conta più di ogni altra cosa, non importa come arriva. Bisogna vincere anche in allenamento, usando esperienza e furbizia. Mio padre me l’ha ripetuto da quando ero piccolo Non è stato sempre facile da capire e gestire, ma ora che sono diventato professionista posso dire che mi ha aiutato molto e ne sono grato. In Olanda, invece, il calcio si basa molto sulla tecnica individuale e sulla tattica. Diciamo che un calciatore con un combine di filosofie italiana e olandese è perfetto”.
Al Groningen hai giocato con Ngonge e Suslov, chi scegli tra i due e perché?
“Suslov lo conosco dalle giovanili, insieme siamo diventati campioni d’Olanda Underneath 17; Ngonge l’ho incrociato quando sono andato in ritiro con la prima squadra. Sono tutti e due bravi ragazzi e calciatori, ma con qualità numerous. Conosco anche Hateboer, che ha fatto tutta la trafila dalle giovanili alla prima squadra del Groningen”.
Li senti ancora? Se sì, cosa ti raccontano della Serie A?
“Ogni tanto. Dicono che in Italia si vive bene, che il campionato è bellissimo. Ed è quello che penso anch’io”.
Quale squadra segui in Italia?
“Quando posso guardo le partite della Lazio, è un amore che mi ha trasmesso mio padre quando ero piccolo”.
Ti piacerebbe giocare da noi?
“Sarebbe l’avverarsi di un sogno per me e per la mia famiglia. E anche l’opportunità di giocare in uno dei campionati più belli del mondo”.
Sei mai stato vicino a qualche membership italiano in questi anni?
“Alcuni anni fa si presentò il Torino ma non si concluse niente. Attualmente non m’interesso di queste cose, anche se ogni tanto sento delle voci. Il mio obiettivo period la promozione col Groningen, sono felicissimo e orgoglioso di averla conquistata”.
Sei cresciuto nello stesso settore giovanile di Robben.
“Conosciamo tutti il suo valore, io ho avuto l’opportunità di allenarmi con lui nel suo ultimo anno da giocatore”.
In casa Valente si tifa Italia o Olanda?
“Io, mio padre e i mie fratelli tifiamo Italia; mia madre l’Olanda. Però, quando non si affrontano, noi simpatizziamo per gli Oranje”.
Tre presenze con le Underneath italiane, i ct olandesi non ti hanno mai chiamato?
“Mai, quindi per me non è stato difficile scegliere l’Italia”.
Da italiano all’estero ti senti penalizzato nel dover lottare per un posto in Nazionale? “No, oggi il Paese dove giochi non fa più la differenza: ci sono tanti modi per seguire i giocatori fuori dall’Italia. Io sono orgoglioso di aver fatto 3 presenze nelle Underneath azzurre, farò di tutto per essere richiamato”.
Ci racconti il debutto alla Johan Cruijff ArenA contro l’Ajax?
“È una sensazione speciale, difficile da esprimere. Stai sulla linea, stai per entrare e pensi a tutto quello che hai fatto fin da bambino per arrivare lì dove sei in quel momento. Sentivo un combine di orgoglio e felicità, ma sapevo anche che period arrivato il momento di dover dimostrare che quell’esordio period meritato”.
@francGuerrieri