La Juventus non vinceva dal 25 febbraio scorso, in casa col Frosinone. E’ tornata a farlo finalmente, e non con una rete al 96° , dopo oltre un mese. E dopo un primo tempo contro la Lazio in linea col pessimo temper degli ultimi due mesi (perché la serie negativa, ricordiamolo, è iniziata contro l’Empoli a metà febbraio). Tant’è vero che la squadra è stata accompagnata negli spogliatoi dai fischi dell’Allianz Stadium. Poi nella ripresa il perfetto filtrante di Cambiaso per Chiesa, con conseguente rete del vantaggio di quest’ultimo, ha stappato la partita e fatto uscire – si spera – la Juventus dal coma profondo in cui period piombata. Finalmente si è rivista la squadra della prima parte di stagione, che con merito ha vinto la gara e ipotecato la finale di Coppa Italia. Ora servirà continuità.
Perché bisognerà andare a conquistare il posto Champions prima dell’ultima giornata di campionato e , magari, andare a prendere il trofeo nazionale non per salvare la stagione ma, almeno, per renderla un po’ più dignitosa. Lo ha ammesso lo stesso Chiesa al termine della semifinale d’andata di martedì sera: “Alla Juventus si gioca per vincere gli scudetti” e non la Coppa Italia. Che potrebbe però essere lo zuccherino dopo una stagione amara e la premessa per quella a venire, che non sarà più con Allegri. Anche se il finale sarà quello ipotizzato poco prima. I piani societari non cambiano, quantomeno quelli di Giuntoli, che vorrebbe iniziare a poter lavorare e costruire la squadra che ha in mente. Con Thiago Motta in panchina.
Piccola polemichetta finale, anche se questa disturberà come sempre gli interisti: se non si annulla la rete di Di Marco con l’Empoli perché si è considerata una giocata la respinta di Berezinsky, allora non si dovrebbe annullare nemmeno il rigore dato alla Juve con la Lazio se si considera una giocata (are available in effetti period, e non un tocco fortuito) anche quella di Patric. Ma come è spesso accaduto durante questa stagione, esiste un regolamento per l’Inter e un altro per le altre. Soprattutto il VAR vede sempre cose numerous, da una partita all’altra. Ma ormai è un’abitudine alla quale ci siamo assuefatti.