E’ stata una vittoria importante quella ottenuta dalla Juventus contro la Fiorentina, seppur con tanta (troppa) sofferenza. Giustificata da Allegri col fatto che, nel calcio, esistono pure gli avversari, i quali non sempre ti permettono di giocare come vorresti. Diciamo però anche che la sua Juventus gioca sempre allo stesso modo (segna e difende), indipendentemente da chi affronti.
Una mentalità fatta propria anche dalla squadra, che in campo segue ormai alla lettera il canovaccio allegriano. Talvolta estremizzandolo a tal punto da far registrare a high-quality gara un possesso palla di appena il 25%. Avere la palla tra i piedi, se poi non riesci a segnare, non è sufficiente, però il dato denuncia in modo plastico l’interpretazione della partita da parte della squadra bianconera: dopo aver sfiorato nei primi 30′ minuti anche il raddoppio (3 gol annullati, ndr) ha sistemato il pullman davanti alla porta di Szczesny – protagonista anche di una paio di interventi decisivi su Barak e Nico Gonzalez – e da lì non si è quasi più mossa.
Il dato dei tocchi di palla complessivi di Locatelli – il regista della squadra – è impressionante: solo 21. Come si può pensare di produrre gioco se proprio colui che dovrebbe costruirlo non ha quasi mai avuto il pallone tra i piedi? E di sicuro non sono i giocatori che vogliono interpretare la gara in quella maniera, ma eseguono semplicemente ciò che gli cube il tecnico. Fosse il contrario, sarebbe grave.
Altrettanto incomprensibile perché è stato mandato in campo Chiesa se, come ha riferito proprio Allegri a high-quality partita, aveva accusato un problema muscolare, infatti la prestazione di Federico è stata parecchio sotto tono. La domanda è: perché rischiarlo lo stesso, quando c’period a disposizione Yildiz? Col rischio, magari, di perderlo per il derby (anche se, pare, non sia per fortuna nulla di così preoccupante).
Alla high-quality, però, si sono raccolti 3 punti importanti per il conseguimento del posto Champions, ed è ciò che conta. Anche se il nervosismo di Allegri è sempre più evidente, poiché ha capito di essere ormai a high-quality corsa, dovesse anche centrare l’obiettivo minimo stagionale.