
E adesso cosa si fa? La domanda che ci si pone mentre spunta di nuovo il sole su Torino è esattamente questa: come ripartirà, la Juventus, dopo una batosta del genere? Certo, lo si è fatto già in passato, ma mai come prima d’ora questa squadra è parsa fragile, in balìa degli eventi e per questo timorosa di un potenziale contraccolpo. Tutto da evitare.
Palla a Thiago Motta, come amava da calciatore, come sta amando un po’ meno in questi mesi alla Juventus: tutto è finito dal suo lato del campo. Gestione, scelte, responsabilità. Ogni cosa accaduta alla Continassa sembra portare la sua firma in calce, un metodo tutto sommato simile a quanto accaduto lo scorso anno con Allegri. Ogni filo d’erba – si diceva – period mosso secondo la sua volontà. E poi? Sappiamo tutti com’è finita.
LA GESTIONE – Di sicuro, la società supporterà tutte le decisioni che prenderà Motta da qui ai prossimi giorni, comprese magari quelle più spinose che riguarderanno i calciatori. C’è una frase, detta in conferenza, che può suonare forte quanto la sveglia del mattino: “Devi meritare tutti i giorni di stare qua dentro e non pretendere le cose senza dare, oggi non possiamo pretendere niente, non abbiamo dato niente”, ha raccontato il mister, generalizzando naturalmente il discorso, ma senza per questo colpire meno pesantemente rispetto alla volontà iniziale. Ecco: con chi ce l’aveva?
I RESPONSABILI – Il primo pensiero è ovviamente indirizzato a Dusan Vlahovic. Considerando il tenore del messaggio, e soprattutto la prova fornita dal serbo, abbiamo a disposizione più indizi per una prova più robusta. Altri hanno pensato a Koopmeiners, sicuramente non felice quando Motta ha deciso di risparmiargli qualche partita. In realtà, il discorso di Motta è davvero generale: “Non posso salvare nessuno”, ha spiegato in conferenza. Forse, ecco, uno o due. L’ingresso di Locatelli e Yildiz (oltre il rigore sbagliato) è stato buono. E la partita di Thuram? Di fatto, due che non hanno giocato dal primo minuto, e il calciatore che ha la gestione più discutibile di tutti.
COSA CAMBIA – Thiago non ha mai messo in discussione il suo credo. Anzi, l’ha ribadito più volte: si fa secondo la sua concept, perché è convinto che la sua concept sia vincente. Quando ha parlato di atteggiamento, ha aggiunto un particolare forse sottovalutato: “Nessuna mia squadra l’aveva sbagliato”. La sua Juve ha fatto peggio del suo Bologna, del suo Spezia, forse persino del suo Genoa e nonostante il periodo piuttosto limitato. Dunque ci troviamo davanti a una situazione unica nel suo genere, alla quale Motta potrebbe rispondere con una mossa altrettanto unica. Cambio modulo? No, ma uomini sì. Se dietro non può toccare nulla, in mezzo Locatelli e Thuram tornano coppia necessaria. Sugli esterni Nico può stare fuori e Yildiz ritrovare spazio, magari ancora con Mbangula o Conceicao. Difficilmente rivedremo Vlahovic. Così come Koopmeiners. Sono stati i grandi flop di serata e di stagione: adesso Thiago ha sciolto le briglie, ha una direzione e vuole raggiungerla. A costo di farlo con i soli fedelissimi.