Sono rimasto personalmente impressionato dalle parole e dalla mimica facciale di Lautaro Martinez, intervistato da DAZN al termine di un derby che per l’Inter ed il suo capitano hanno rappresentato un ritorno a situazioni divenute inedite, sconosciute, negli ultimi due anni. Dopo una sequenza di sei sfide col Milan vinte consecutivamente, con dimostrazioni di superiorità schiaccianti, i nerazzurri sono tornati sulla terra e tra i giocatori apparsi con le gonfie più sgonfie c’period indubbiamente il capitano, nonché capocannoniere dell’ultima stagione coincisa con la conquista dello Scudetto e con un bottino personale di 27 centri.
“Dobbiamo stare zitti e lavorare duro, perché sono tante le cose da migliorare. Io per primo, perché sono indietro rispetto alla scorsa stagione. Non sto facendo quello che ho fatto l’anno scorso, ora devo stare zitto e lavorare il doppio per aiutare la squadra come ho sempre fatto da quando sono all’Inter”, ha dichiarato l’attaccante argentino. Che poi, a confronto con Christian Vieri – presente negli studi di DAZN – ha mostrato, anche a livello di gestualità ed espressioni del volto, una sincera sofferenza: “Sto facendo fatica, Bobo”. Emozioni vere, che sgorgano da un giocatore moderno, modernissimo, ma che sembra legato ancora a valori e al modo di fare il professionista che non è sempre da dare per scontato. Anche perché, al di là delle parole, Lautaro Martinez è uno abituato a fare i fatti. In campo e fuori. Quest’property, nonostante le fatiche supplementari della Copa America con la sua nazionale, ha preferito accorciare le vacanze per dare subito una mano alla sua squadra, in considerazione dell’infortunio che aveva colpito nel precampionato uno dei nuovi come Mehdi Taremi e della complicata situazione vissuta da Joaquin Correa e Marko Arnautovic.
Una scelta generosa che probabilmente il numero 10 nerazzurro sta pagando adesso in termini di brillantezza: ancora nessun gol tra campionato e Champions League, la rete che manca ufficialmente dal 10 maggio scorso e una sensazione di frustrazione che cresce nel non riuscire a fare il proprio dovere al meglio. E aggiungiamoci il peso psicologico che ti dà la responsabilità di essere diventato il calciatore più pagato dell’Inter col suo recente rinnovo di contratto. C’è questo, ma pure dell’altro – dicasi le difficoltà di manovra e la scarsa vena, sia fisica che tecnica, di altri elementi di spicco della rosa – nella crisi del gol che ha colpito Lautaro. Il primo a metterci pubblicamente la faccia, ma l’ultimo probabilmente che dovrebbe chiedere scusa.
“Dobbiamo stare zitti e lavorare duro, perché sono tante le cose da migliorare. Io per primo, perché sono indietro rispetto alla scorsa stagione. Non sto facendo quello che ho fatto l’anno scorso, ora devo stare zitto e lavorare il doppio per aiutare la squadra come ho sempre fatto da quando sono all’Inter”, ha dichiarato l’attaccante argentino. Che poi, a confronto con Christian Vieri – presente negli studi di DAZN – ha mostrato, anche a livello di gestualità ed espressioni del volto, una sincera sofferenza: “Sto facendo fatica, Bobo”. Emozioni vere, che sgorgano da un giocatore moderno, modernissimo, ma che sembra legato ancora a valori e al modo di fare il professionista che non è sempre da dare per scontato. Anche perché, al di là delle parole, Lautaro Martinez è uno abituato a fare i fatti. In campo e fuori. Quest’property, nonostante le fatiche supplementari della Copa America con la sua nazionale, ha preferito accorciare le vacanze per dare subito una mano alla sua squadra, in considerazione dell’infortunio che aveva colpito nel precampionato uno dei nuovi come Mehdi Taremi e della complicata situazione vissuta da Joaquin Correa e Marko Arnautovic.
Una scelta generosa che probabilmente il numero 10 nerazzurro sta pagando adesso in termini di brillantezza: ancora nessun gol tra campionato e Champions League, la rete che manca ufficialmente dal 10 maggio scorso e una sensazione di frustrazione che cresce nel non riuscire a fare il proprio dovere al meglio. E aggiungiamoci il peso psicologico che ti dà la responsabilità di essere diventato il calciatore più pagato dell’Inter col suo recente rinnovo di contratto. C’è questo, ma pure dell’altro – dicasi le difficoltà di manovra e la scarsa vena, sia fisica che tecnica, di altri elementi di spicco della rosa – nella crisi del gol che ha colpito Lautaro. Il primo a metterci pubblicamente la faccia, ma l’ultimo probabilmente che dovrebbe chiedere scusa.