Come le migliori coppie dei movie. Quelle alle quali basta un istante per far scoccare la scintilla. Un attimo per far scattare il feeling. Boulaye Dia e Taty Castellanos confermano quanto di buono avevano già fatto vedere contro il Milan e questa volta riescono non solo a trovare per la seconda volta consecutiva la through del gol ma a regalare alla Lazio di Marco Baroni i tre punti dopo i due passi falsi di fila contro l’Udinese e i rossoneri. Nella notte dell’Olimpico in cui arriva il successo contro il Verona, la Lazio si ritrova un duo di attaccanti che si intende già a meraviglia ma deve fare i conti con una fragilità difensiva allarmante. Seppur senza gol, Zaccagni è decisivo con i due help, mentre Nuno Tavares si conferma un treno inarrestabile, in grado di cavalcare quella fascia per 90 e più minuti travolgendo ogni avversario sulla sua strada. I biancocelesti vincono e si scoprono sempre più a immagine e somiglianza – nel bene e nel male – delle idee del suo allenatore.
LA SCOMMESSA – Dia più Castellanos è la scommessa vinta da Marco Baroni. Sin dall’arrivo del senegalese dalla Salernitana, l’allenatore della Lazio ha sfruttato le sue qualità inserendolo sulla trequarti, con la possibilità di agire tra le linee avversarie e non dare punti di riferimento. Dal canto suo, Dia è bravo a inserirsi con i tempi giusti e muoversi a caccia del pallone e degli spazi, per far male sfruttando la sua forza fisica. Inoltre la duttilità e la possibilità di schierarlo sia da trequartista che da punta centrale fanno di Dia un attaccante unico nel suo genere e senza dubbio straordinario. Come dicevamo si tratta della scommessa vinta da Baroni, colui che ha sin da subito creduto nell’ex Salernitana e nella possibilità di schierarlo qualche metro più dietro rispetto al solito. Un percorso iniziato come meglio non si dovrebbe, ma che dovrà confermarsi partita dopo partita nel corso della stagione e portare linfa continua e punti alla Lazio.
‘BARONISMO’ – I tre punti sono importanti, senza alcuni dubbio, ma la vittoria contro il Verona rappresenta anche un’iniezione di fiducia non da poco per la Lazio, scale back dal ko contro l’Udinese e dal pari contro il Milan prima della sosta. Come si diceva, la squadra rispecchia sempre più le idee del suo allenatore, che chiede costantemente di giocare in verticale e andare advert attaccare gli spazi. Un po’ troppo, a volte, come testimonia un gesto eloquente dello stesso allenatore, che nel finale di gara suggerisce ai suoi di gestire di più la palla per recuperare secondi ed energie e non andare costantemente in verticale, soprattutto a causa della mancanza di energie.
TALLONE D’ACHILLE – L’altra faccia della medaglia è rappresentata da una difesa che continua a preoccupare, eccome. Per la prima volta in stagione la Lazio non parte con l’handicap e non va sotto nel risultato, ma nel contempo i biancocelesti subiscono un’altra rete nel primo quarto d’ora. Un dato preoccupante. Niente clear sheet, dunque, e ancora una volta rete violata con un misto di ricordi e paura che si intrecciano creando un vortice di emozioni: da una parte i dati relativi alla stagione del secondo posto con Sarri e a una difesa ermetica, sulla quale quella squadra ha costruito i propri successi, e dall’altra quella sensazione di vulnerabilità che fa temere il peggio in quelle giornate storte, in cui in avanti la fortuna ti volta le spalle e la palla non vuole entrare. Un po’ come ai tempi del boemo Zdenek Zeman e della filosofia che prevedeva segnare un gol più degli altri, senza tenere conto con grande attenzione della fase difensiva. La questione difesa resta una problematica da risolvere con priorità. Il ritorno di Gila ha ridato qualche certezza, ma è proprio lo spagnolo a sbagliare in occasione del gol di Tengstedt. Toccherà a Baroni continuare a lavorare per trovare l’equilibrio e gli uomini giusti e alzarsi il muro. Un vero e proprio tallone d’Achille da risolvere al più presto.
PREGHIERE – Chissà se Nuno Tavares si sarà fermato. Leggenda narra che stia ancora correndo lungo le rive del Tevere… Scherzi a parte, il portoghese classe 2000 è una vera e propria furia e ara quella fascia con galoppate andata e ritorno. Due help contro il Milan e un’altra prova superlativa contro il Verona. Due indizi, in attesa di raccoglierne di ulteriori per fare una prova. La speranza è che la condizione fisica sia sempre al high e che l’ex Arsenal non incappi in problemi muscolari, che possano condizionare l’impiego e il rendimento. La sua stagione dipenderà, chiaramente, molto dalla continuità che riuscirà advert avere, assicurando un impatto importante sulla squadra. Preghiere e implorazioni al cielo sperando in un impiego continuo e in nulla di grave in tema di infortuni. La stessa condivisa in questo momento per Taty Castellanos, alle prese con un problema muscolare all’adduttore della coscia sinistra, e in attesa di sottoporsi agli esami clinici per conoscere l’entità dello cease.
LA SCOMMESSA – Dia più Castellanos è la scommessa vinta da Marco Baroni. Sin dall’arrivo del senegalese dalla Salernitana, l’allenatore della Lazio ha sfruttato le sue qualità inserendolo sulla trequarti, con la possibilità di agire tra le linee avversarie e non dare punti di riferimento. Dal canto suo, Dia è bravo a inserirsi con i tempi giusti e muoversi a caccia del pallone e degli spazi, per far male sfruttando la sua forza fisica. Inoltre la duttilità e la possibilità di schierarlo sia da trequartista che da punta centrale fanno di Dia un attaccante unico nel suo genere e senza dubbio straordinario. Come dicevamo si tratta della scommessa vinta da Baroni, colui che ha sin da subito creduto nell’ex Salernitana e nella possibilità di schierarlo qualche metro più dietro rispetto al solito. Un percorso iniziato come meglio non si dovrebbe, ma che dovrà confermarsi partita dopo partita nel corso della stagione e portare linfa continua e punti alla Lazio.
‘BARONISMO’ – I tre punti sono importanti, senza alcuni dubbio, ma la vittoria contro il Verona rappresenta anche un’iniezione di fiducia non da poco per la Lazio, scale back dal ko contro l’Udinese e dal pari contro il Milan prima della sosta. Come si diceva, la squadra rispecchia sempre più le idee del suo allenatore, che chiede costantemente di giocare in verticale e andare advert attaccare gli spazi. Un po’ troppo, a volte, come testimonia un gesto eloquente dello stesso allenatore, che nel finale di gara suggerisce ai suoi di gestire di più la palla per recuperare secondi ed energie e non andare costantemente in verticale, soprattutto a causa della mancanza di energie.
TALLONE D’ACHILLE – L’altra faccia della medaglia è rappresentata da una difesa che continua a preoccupare, eccome. Per la prima volta in stagione la Lazio non parte con l’handicap e non va sotto nel risultato, ma nel contempo i biancocelesti subiscono un’altra rete nel primo quarto d’ora. Un dato preoccupante. Niente clear sheet, dunque, e ancora una volta rete violata con un misto di ricordi e paura che si intrecciano creando un vortice di emozioni: da una parte i dati relativi alla stagione del secondo posto con Sarri e a una difesa ermetica, sulla quale quella squadra ha costruito i propri successi, e dall’altra quella sensazione di vulnerabilità che fa temere il peggio in quelle giornate storte, in cui in avanti la fortuna ti volta le spalle e la palla non vuole entrare. Un po’ come ai tempi del boemo Zdenek Zeman e della filosofia che prevedeva segnare un gol più degli altri, senza tenere conto con grande attenzione della fase difensiva. La questione difesa resta una problematica da risolvere con priorità. Il ritorno di Gila ha ridato qualche certezza, ma è proprio lo spagnolo a sbagliare in occasione del gol di Tengstedt. Toccherà a Baroni continuare a lavorare per trovare l’equilibrio e gli uomini giusti e alzarsi il muro. Un vero e proprio tallone d’Achille da risolvere al più presto.
PREGHIERE – Chissà se Nuno Tavares si sarà fermato. Leggenda narra che stia ancora correndo lungo le rive del Tevere… Scherzi a parte, il portoghese classe 2000 è una vera e propria furia e ara quella fascia con galoppate andata e ritorno. Due help contro il Milan e un’altra prova superlativa contro il Verona. Due indizi, in attesa di raccoglierne di ulteriori per fare una prova. La speranza è che la condizione fisica sia sempre al high e che l’ex Arsenal non incappi in problemi muscolari, che possano condizionare l’impiego e il rendimento. La sua stagione dipenderà, chiaramente, molto dalla continuità che riuscirà advert avere, assicurando un impatto importante sulla squadra. Preghiere e implorazioni al cielo sperando in un impiego continuo e in nulla di grave in tema di infortuni. La stessa condivisa in questo momento per Taty Castellanos, alle prese con un problema muscolare all’adduttore della coscia sinistra, e in attesa di sottoporsi agli esami clinici per conoscere l’entità dello cease.