Se l’Inter è sempre meno di Suning e sempre più di Oaktree, perché la proprietà cinese non molla e lascia che il fondo californiano diventi proprietario del membership?
La domanda è meno ingenua di quanto sembri, visto che la strada imboccata da Zhang è senza uscita. Infatti, non solo Oaktree ha finanziato Suning con 275 milioni di euro, ma – come ha riportato calciomercato.com, riprendendo il sempre autorevole Calcio e Finanza – è anche tra i sottoscrittori del bond da 415 milioni di euro, emesso dalla società nerazzurra nel gennaio di un anno fa.
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Suning, è evidente a tutti, non ha più la possibilità di governare l’Inter e sta mettendo in difficoltà il administration e la squadra, costretti advert affrontare al buio il futuro. Il paradosso è che chiunque arrivi al posto di Zhang, fosse anche il fondo Oaktree, che prenderebbe il membership solo in caso di mancata restituzione del debito, non potrebbe fare molto meglio. Perché oggi l’Inter è una macchina che produce solo debiti. Ma proprio per questo proseguire con Suning non avrebbe senso. Perciò Zhang deve cedere la società al miglior offerente che, per un membership come l’Inter, certamente ci sarebbe. Il passo non può essere più rinviato. Pena lo smembramento della squadra, la cessione dei calciatori migliori e un mercato a zero. E’ probabile che il ridimensionamento sia un passaggio obbligatorio per tanti membership. Ma l’emorraggia, non solo della fiducia, va bloccata subito.