Non sarà una partita come le altre questo Francia-Italia per Kylian Mbappé. Non c’è solo una nazionale da riprendersi da indiscusso chief tecnico dopo un Europeo nel quale il suo contributo alla causa è stato davvero misero se rapportato al suo straordinario talento e alla capacità di trascinatore assoluto. Sarà anche la prima volta al “Parco dei Principi” – teatro della grande sfida di questa sera, valida per la prima giornata di Nations League – da ex calciatore del Paris Saint-Germain nella casa della Paris Saint-Germain. Una prima volta tutt’altro che banale, perché fino alla conclusione della sua avventura nella capitale francese il suo legame con l’ala ultrà della tifoseria è stato ottimo, tanto da non suscitare alcun tipo di contestazione nel momento in cui il suo definitivo sì al Actual Madrid è divenuto realtà.
IL TRADIMENTO – Ben diverso è invece lo stato dei rapporti coi massimi vertici societari del membership e col suo presidente Nasser Al-Khelaifi, che non ha mai nascosto il disappunto per il “tradimento” consumato nella passata stagione dal campione del mondo del 2018, tanto che tra le parti è in atto da un paio di mesi un contenzioso legale su presunti arretrati che spetterebbero a Mbappé. “Non posso che parlare bene del mio ex membership, ho passato qui anni fantastici. Ho solo grandi ricordi. Non mi aspetto una grande accoglienza, ma auguro al PSG ogni bene”, ha chiosato il nuovo fenomeno del Actual Madrid. Il risentimento reciproco tra le parti nasce da lontano, dal rifiuto di Mbappé di accettare il prolungamento del contratto che è andato poi a scadere lo scorso 30 giugno. Uno smacco per il Paris Saint-Germain e per la sua proprietà nell’anno che avrebbe portato alle Olimpiadi di Parigi, in uno strano incastro tra calcio e politica che ha visto in prima linea pure il presidente Macron, che questa volta non è riuscito a convincere la stella della nazionale di Didier Deschamps a rimanere in patria.
AMATO MA NON TROPPO – Troppo forte il richiamo della camiseta blanca del Actual Madrid – sogno sin da bambino di Kylian e di qualsiasi ragazzino che ambisca a diventare un giocatore professionista – e il desiderio di affermarsi come il nuovo riferimento del calcio mondiale. Alla corte di Ancelotti Mbappé è ancora nel pieno di un percorso di apprendistato che, al netto del gol contro l’Atalanta in Supercoppa Europea e della doppietta nell’ultimo turno di campionato contro il Betis Siviglia, non ha ancora prodotto l’intesa naturale con gli altri VIP della linea avanzata merengue, in particolare con Vinicius e Rodrygo. Per una notte però, Kylian sarà inevitabilmente chiamato a svestire la sua nuova divisa e riavvolgere mentalmente il nastro di un passato non troppo distante. I 256 gol in oltre 300 partite lo hanno certamente iscritto di diritto nei libri di storia della società, non del tutto nel cuore di un tifo che, a lui come a tanti altri prima di lui, non ha perdonato un ruolo più decisivo ed incisivo per coronare l’inseguimento alla famigerata Champions League. Ecco perché questa prima volta non potrà mai essere banale.
IL TRADIMENTO – Ben diverso è invece lo stato dei rapporti coi massimi vertici societari del membership e col suo presidente Nasser Al-Khelaifi, che non ha mai nascosto il disappunto per il “tradimento” consumato nella passata stagione dal campione del mondo del 2018, tanto che tra le parti è in atto da un paio di mesi un contenzioso legale su presunti arretrati che spetterebbero a Mbappé. “Non posso che parlare bene del mio ex membership, ho passato qui anni fantastici. Ho solo grandi ricordi. Non mi aspetto una grande accoglienza, ma auguro al PSG ogni bene”, ha chiosato il nuovo fenomeno del Actual Madrid. Il risentimento reciproco tra le parti nasce da lontano, dal rifiuto di Mbappé di accettare il prolungamento del contratto che è andato poi a scadere lo scorso 30 giugno. Uno smacco per il Paris Saint-Germain e per la sua proprietà nell’anno che avrebbe portato alle Olimpiadi di Parigi, in uno strano incastro tra calcio e politica che ha visto in prima linea pure il presidente Macron, che questa volta non è riuscito a convincere la stella della nazionale di Didier Deschamps a rimanere in patria.
AMATO MA NON TROPPO – Troppo forte il richiamo della camiseta blanca del Actual Madrid – sogno sin da bambino di Kylian e di qualsiasi ragazzino che ambisca a diventare un giocatore professionista – e il desiderio di affermarsi come il nuovo riferimento del calcio mondiale. Alla corte di Ancelotti Mbappé è ancora nel pieno di un percorso di apprendistato che, al netto del gol contro l’Atalanta in Supercoppa Europea e della doppietta nell’ultimo turno di campionato contro il Betis Siviglia, non ha ancora prodotto l’intesa naturale con gli altri VIP della linea avanzata merengue, in particolare con Vinicius e Rodrygo. Per una notte però, Kylian sarà inevitabilmente chiamato a svestire la sua nuova divisa e riavvolgere mentalmente il nastro di un passato non troppo distante. I 256 gol in oltre 300 partite lo hanno certamente iscritto di diritto nei libri di storia della società, non del tutto nel cuore di un tifo che, a lui come a tanti altri prima di lui, non ha perdonato un ruolo più decisivo ed incisivo per coronare l’inseguimento alla famigerata Champions League. Ecco perché questa prima volta non potrà mai essere banale.